sabato 6 novembre 2010

INTERSTELLAR OVERDRIVE di Naima

“...Arriva un momento... un momento nella vita di ogni uomo, in cui la relazione tra spazio e tempo... non ha più importanza... Succede quando si raggiunge un livello di coscienza più elevato... o quando – per i comuni mortali – sta sopraggiungendo la fine.Per me non ha più importanza... Da quando non so... diventa difficile ricordare e forse non serve: ogni dettaglio, comunque, è riportato in questo diario di bordo. Certo, ci sono gli strumenti a registrare ogni cosa, persino le variazioni del mio respiro e del mio battito cardiaco, ed il comandante di una nave ha ben altre questioni di cui occuparsi ma, trasferire il proprio resoconto del viaggio al diario di bordo, significa lasciare qualcosa di diverso dalla fredda registrazione degli strumenti ed io cerco di essere molto scrupoloso in questo, ecco perché ogni giorno alla stessa ora, puntuale, come adesso, mi trovo a confidare ogni osservazione e strategia, ogni mio pensiero a questa macchina...: diventa un racconto a volte intenso e carico d’umanità... il racconto della debolezza dell’uomo... Per svolgere al meglio il mio ruolo e la mia missione, ho esercitato il distacco dalle passioni e questo mi ha consentito di mantenere il controllo sulle situazioni più difficili, salvando così il mio equipaggio, riportando ogni volta la nave a casa... Le emozioni, prima o poi, offuscano le menti, anche dei più valorosi... fino a perderli tutti... Nessuno si è salvato, nessuno tranne me.
Provo uno strano senso di onnipotenza ad esser scampato, il solo tra tutti i membri dell’equipaggio, alla morte... Ma la mia è forse una condizione priviegiata: quale comandante di una nave siderale, di questa sono parte... con essa in simbiosi... il suo cuore vivo e pulsante... l'ingranaggio fondamentale di un mezzo che ha durata illimitata: vi sono connessioni che rendono il mio corpo e la mia mente parti integranti dell’astronave, mi tengono in vita finchè vive la nave e questo mi conferisce una sorta di immortalità. Se giochi di potere tra i governi non ci obbligassero continuamente ad un inutile rinnovamento della flotta, queste navi potrebbero viaggiare in eterno... e con molta probabilità è quello che farà la mia nave, se non incontrerà ostacoli.
Il mio viaggio dura da 1025 anni: da quando la nave è alla deriva. Non ho più speranza di tornare, di fermarmi... Nessuno del mio equipaggio è sopravvissuto... e pur avendo raggiunto un livello superiore di coscienza, ho necessità di stabilire un dialogo, di trasmettere il mio pensiero, non solo al diario di bordo... Mi sento solo ma, si sa, la solitudine fa parte del destino di un comandante... così come del destino degli dei...
A viaggiare così a lungo verso l’infinito, non puoi non riflettere sulla divinità, porti questioni sull'invisibile burattinaio che regge i fili delle nostre esistenze e sul senso di tutto questo.
Non ho mai creduto. Ho una natura profondamente scettica. Eppure, in alcuni momenti mi sono sorpreso a parlare con Lui... e persino ad attenderne una risposta... Talvolta ho l’impressione di giocare una partita a scacchi... una partita con un unico giocatore che svolge entrambe le parti... azione e reazione... botta e risposta... Altre volte invece, mi convinco che Egli mi ascolti e che replichi con azioni che vanno interpretate con mente sottile e alle quali io ancora non ho accesso... e allora il gioco si fa più simile a quelle interminabili sfide che lancio al computer di bordo e che spesso, immancabilmente vinco: “Regina in Afiere 6” “Cavallo mangia Regina...” risponde la voce virtuale, calma e rassicurante. “Alfiere in Re 7...Scacco matto” la mia mossa finale... sorprendente anche per un calcolatore che elabora ennesimi numeri e proabilità in un infinitesimo di secondo: la prova che la mente umana, la MIA mente, per qualche inspiegabile motivo, vince ancora sulla macchina... e forse su tutto, anche su di Lui.Ecco... Forse ora riesco a spiegarmi il perché non giunga risposta al mio principale quesito: la ragione di tutto e del perché io sia costretto a vagare in eterno nel cosmo infinito. Capisco perfettamente perché non arrivi un segno da parte del Generatore dei nostri destini. Mi appare evidente dunque, in questo istante, il motivo per cui Egli non possa rispondermi... naturale... ed estremamente logico: ...la sola ragione ammissibile è che...IO sono l'Eterno incontrastato Viaggiatore e Padrone del Cosmo, il Vincitore di ogni partita, la mente al di sopra di ogni cosa... e dunque... IO... sono DIO...

8 commenti:

  1. Bella l'immagine, attanagliante il racconto(anche se praticamente immobile la scena).
    mi è piaciuto ... =)

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  2. Racconto particolare. Il finale mi ha riportato a Faletti...

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  3. domani sui vostri teleschermi...
    cioè no, sui vostri giornali... :)

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  4. @Anna: grazie! Poteva andare meglio ma per ora è tutto quello che sono riuscita a partorire e questo vale anche per la mia confusa illustratrice (tra l'altro un po' "dark" ultimamente :D )

    @Aldo: questo racconto è nato molto prima del libro di Faletti, era ridotto in pillole ;)

    @BDM: purtroppo niente copia cartacea del giornale :(

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  5. presa io per te
    come l'altra che non ti sei più presa
    che te le prendo a fa'?
    è un impresa che pesa, pare
    pendo appeso alla spesa
    che rappreso spero presto
    possa rendere presenze pensanti.

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  6. @bdm: un HAIKU! :) Grazieeee!!! Me le prenderò tutte, dont' worry.
    @Aldo: eh già, è andato a sbirciare su certe pillole di fantascienza e si è ispirato, ecchevoifà ;))))

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  7. a me ricorda 2001 Odissea nello spazio, la scena finale, straziante, dove il robottino rimane solo nello spazio...mi è piaciuto molto anche il finale dove la solitudine trova risposta nel dubbio di essere Dio :)

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