sabato 9 aprile 2011

NON SO SE SOPRAVVIVERÒ' A QUESTA VITA - cronaca 8 (reloaded)

Sono almeno due giorni che vengo qui in Biblioteca sempre con i soliti fascicoli. Questo che ho davanti parla dei rapporti che un senatore, ancora vivo, – mi pare di aver intravisto il suo simulacro aggirarsi da queste parti - ha tenuto con certe associazioni siciliane fino agli anni ottanta E’ il tomo uno, ho chiesto anche il due ma mi hanno detto che devo attendere un po’, devono cercalo, stranamente non è al suo posto e chissà dove è finito. Mah! Sono distratto in questi giorni, non riesco ad appassionarmi. Ogni tanto rivolgo lo sguardo verso il bancone dove dovrebbe essere Mandolina, saranno due giorni almeno che non la vedo, chissà dove è finita pure lei, sarà scappata col tomo due? Poi questa storia della realizzazione in appalto del Purgatorio mi lascia perplesso, anzi a dire la verità, mi inquieta abbastanza, ma ho promesso a Gabriele di mantenere la notizia riservata per ora.

Spunta Faust da dietro due angeli che chiacchierano seraficamente sottovoce. Si sbraccia per farmi capire che devo uscire. Esco. Tanto non riesco a concentrarmi.

Faust è sovraeccitato. Come al solito, in fondo. E’ uno che vive tutto con perenne entusiasmo. Ce ne vorrebbero di più come lui. Da prendere a piccole dosi, però.

“E’ fatta, tranquillo”

Si concede qualche attimo per godersi la mia espressione interrogativa. Deve riuscirmi particolarmente bene perché sembra in estasi.

“Il torneo di calcio a cinque! Si fa il torneo”.

La mia espressione non muta e lui se ne “spara” un’altra dose abbondante, forse vuole farsene una scorta per l’inverno.

“Non te ne avevo parlato già?Allora rimedio subito. Comincia domani il torneo di calcio a cinque con la prima partita a cui partecipa la nostra squadra, la Cornelius F.C. . Senti che formazione: io, chiaramente, in porta, che oltre la mole e il pelame ho anche un’agilità gorillesca, davanti formazione a rombo. Vertice basso, difesa, tu. Due sulle fasce, a destra Filippo Tommaso Marinetti a sinistra il marchese LaFayette. Vertice alto del rombo, attacco indovina chi? Dai indovina! No anzi lascia perdere che non indovineresti mai. Attacco: Spartacus, il gladiatore.”

La mia espressione deve essere ancora comicamente indefinibile perchè Faust decide di concedersene ancora un po’ beandosi di tanta faccia.

“Ho pensato a tutto, disposizione in campo, tattica, divise sociali. Tranquillo, il perizoma leopardato è opzionale. Seguimi: Spartacus è lo specchietto per le allodole, deve attirare su di se gli avversari, l’arma segreta sarà Marinetti sulla fascia. Corre come una locomotiva, non si ferma mai, anzi mentre corre fa pure i versi come una locomotiva : SPAFF, ZUM, SDENG SDENG. Ma non devi sottovalutare LaFayette, sotto quella parrucca da cicisbeo c’è un mastino che sembra Benetti dei giorni migliori. Capito? è un rombo dinamico il nostro!”

“Faust, ma io che c’entro? Non gioco a calcio dai tempi dell’oratorio. E figurati che neanche ci sono mai andato all’oratorio”.

“E allora? Sei un giornalista, no? Oltre a giocare, racconterai le epiche gesta della Cornelius F.C. dall’interno, la cronaca diretta dallo spogliatoio. Altro che interviste precotte. Racconterai l’epica scalata verso la vittoria, la fatica, l’eroismo, il sacrificio, l’agonismo esasperato, il sudore misto a sangue. Tutte quelle stronzate che voi giornalisti vi inventate per non far capire che non avete niente da raccontare. Che te lo devo insegnare io il mestiere?”.

“Qui l’unica stronzata che vedo è la mia partecipazione. Scusa ma io non capisco niente di calcio, non so cosa sia la diagonale, non conosco la differenza tra la ripartenza e il contropiede, mi è ancora misteriosa l’applicazione del fuorigioco. Come posso esserti utile?”

Qui Faust fa un lungo sospiro e si trattiene a lungo a fissarmi senza rispondere. Ma la sua espressione ora è seria, sembra quasi compatirmi.

“Ascolta. Questo posto è grandissimo, tra trapassati e simulacri di vivi c’è tantissima gente. Se vuoi ritrovare qualcuno l’occasione migliore è proprio questo torneo. E’ organizzato direttamente dall’ufficio del gran capo e tutti, ma proprio tutti vengono a vedere il torneo. Anche Mandolina verrà, ne sono sicuro”

“Mandolina? Chi? Quella che lavora qui? Perché se ne è andata? Che coincidenza! Quando mi hai chiamato stavo proprio realizzando che saranno un paio di giorni che vengo qui e non mi pare di averla incontrata”

Lo sguardo serio di Faust si fa più intenso.

“Amico mio – nuovo profondo sospiro – sei più grave di quello che pensavo. Sono ormai quindici giorni, quindici, che vieni qui, dalla mattina alla sera e, sebbene tu creda che nessuno se ne sia accorto, lo sanno tutti che stai sempre a fissare il bancone dove stava lei”.


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