lunedì 29 giugno 2009

LA PRINCIPESSA CON IL SINGHIOZZO Favola di Francesca Pichirallo e Pasquale Bruno Di Marco


«Hic! hic! hic!» Furono queste le prime parole appena nata e da allora la principessina, bellissima come tutte le principessine delle favole, non riusciva a farselo passare. Era una normalissima principessina delle favola, sedeva a tavola insieme al re e alla regina, andava a correre nel parco del castello (bello davvero, un castello da favola), giocava a moscacieca, a muffarialzo, a pallavvelenata, a mazzapicchio, e rideva felice e contenta come una principessa. Solo il singhiozzo non le passava mai ma ormai ci aveva fatto l’abitudine. E anche il re e la regina non ne erano troppo disturbati, era la loro unica figlia e nessuno avrebbe osato prenderla in giro, a quel tempo ci si metteva poco a far tagliare la testa a qualcuno troppo irrispettoso.
Ma gli anni passano anche per le principessine e anche lei diventò una principessa a tutti gli effetti, ossia un bel personale, una bella dote e quindi la necessità di un bel principe come marito. Ma qui cominciano i guai perché i primi pretendenti sentendola parlare in modo così saltellante a causa del perenne singhiozzo inventavano una scusa per tornarsene a casa e non si facevano più vedere.
Il re e la regina si resero conto che occorreva fare qualcosa e chiamarono il più importante cerusico del loro regno. Si presentò un ometto basso, capelli lunghi e bianchi, così come la barba, e grossi occhiali sul naso. Visitò la principessa, le auscultò la schiena, le fece tirare fuori la lingua, guardo con una grossa lente dentro gli occhi e dentro le orecchie ed infine sentenziò: il grave disturbo poteva essere curato con una dieta di due giorni a base di cipolle, da ripetere ogni due settimane.
La principessa, il re e la regina pensarono che due giorni non sono poi molti e quindi la poverina si chiuse in camera per due giorni, per non avere tentazioni, e mangiò la quantità prescritta di cipolle. Quando uscì dalla stanza corse dai genitori gridando di gioia.
«Sono guarita, sono guarita».
Il re e la regina le andarono incontro a braccia aperte ma quando furono a portata di fiato fecero una faccia disgustata e si tapparono il naso senza abbracciare la poverina.
La cura per disintossicare funzionò ma tornò anche il singhiozzo e pure più forte di prima
Il re e la regina chiamarono allora il più importante cerusico del regno confinante a ponente. Si presentò un uomo alto alto e magro magro, capelli a scodella rossi rossi, come la barba, e grossi occhiali sul naso. Visitò la principessa, le scruto le orecchie, le fece fare dei piegamenti sulle ginocchia, guardò con una grossa lente dentro gli occhi e dentro il naso ed infine sentenziò: il grave disturbo poteva essere curato con una dieta di una settimana a base di fagioli, esclusivamente fagioli.
La principessa, il re e la regina pensarono che una settimana passa presto e quindi la poverina si chiuse in camera per non avere tentazioni, e mangiò la quantità prescritta di fagioli. E di nuovo, quando uscì dalla stanza corse dai genitori gridando di gioia.
«Sono guarita, sono guarita».
Anche stavolta il re e la regina le andarono incontro a braccia aperte ma quando abbracciarono la figlia questa cominciò a fare una serie infinita di puzzette e allora fecero una faccia disgustata, si tapparono il naso e corsero via seguiti dal maggiordomo e dal gran ciambellano.
Per un po’ desistettero scoraggiati ma infine decisero di provare il più importante cerusico del regno confinante a levante. Si presentò un uomo grasso grasso, capelli a rasati, come la barba, e grossi occhiali sul naso. Visitò la principessa, le scruto le mani, le fece tossire, guardò anche lui con una grossa lente dentro gli occhi, dentro le orecchie e dentro il naso ed infine sentenziò: il grave disturbo poteva essere curato con una dieta di un mese a base di fragole, esclusivamente fragole.
La principessa, il re e la regina pensarono che un mese non passa poi così presto ma in fondo le fragole sono buone e neanche causano effetti disgustosi per l’odorato e quindi la poverina si chiuse in camera per concentrarsi meglio, e mangiò solo fragole per il periodo prescritto. Quando, dopo un mese, la principessa uscì dalla stanza corse dai genitori gridando di gioia.
«Sono guarita, sono guarita.»
Il re e la regina le andarono incontro a braccia aperte un po’ circospetti ma si bloccarono guardandola in faccia: aveva il viso coperto di macchioline rosse, e anche le mani, tutto il corpo. La principessa si guardò allo specchio e per la delusione ricominciò a singhiozzare.
Per fortuna almeno l’effetto delle fragole passò dopo poco tempo, ma il problema non era stato risolto, e ancora qualche giorno e sarebbe giunto un pretendente da un paese lontano e ricchissimo. Questo principe del sud si era innamorato della principessa vedendola in ritratto, e sebbene non conoscesse nulla di lei né del suo paese era deciso a sposarla.
Tutti erano preoccupati ma il gran ciambellano ebbe una grande idea: organizzare per l’incontro tra la principesse e il suo pretendente un ballo a corte durante il quale tutti, ma proprio tutti dovranno fingere di parlare in hicchese, ossia parlare singhiozzando come se quella fosse la lingua del posto. E allora tutti, ma proprio tutti si impegnarono ad organizzare la cosa, anche perché non ne potavano più di quella storia, e facevano le prove tutti i giorni per imparare a parlare bene con il singhiozzo, addirittura il musico di corte inventò per l’occasione il ballo del singhiozzo.
Tutto andò alla perfezione: il principe straniero rimase stupito dal modo di parlare di quella strana gente, ma dopo un po’ si abituò e non ci fece più caso. La principessa era più bella che nei ritratti che aveva visto e lui era sempre più innamorato. Il re e la regina gli parlarono, in perfetto hicchese, della loro figlia così bella anche se così delicata per il clima del loro paese. Il principe straniero si offrì subito di sposarla e portarla a vivere nel suo paese. Il re e la regina decisero di non perdere un minuto e l’indomani mattina si celebrò il matrimonio, subito dopo i due sposi salutarono tutti e partirono per il sud.
Dopo qualche tempo arrivò una lettera della principessa ai genitori in cui annunciava che ormai non singhiozzava quasi più e il marito, al quale aveva raccontato che stava perdendo il suo accento originario, ne era davvero contento.
E aggiungeva che erano così felici che avevano deciso di avere due bambini, o forse tre.

(pubblicato in data 29 giugno 2009)

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