lunedì 13 luglio 2009

NEMESI ATIPICA (parte 1 di 3) di Pasquale Bruno Di Marco


«Allegare curriculum vitae… Il curriculum. E che ci scrivo? Il sottoscritto ecc. ecc., percorso scolastico, università, corsi di specializzazione, master, pubblicazioni e fino a qui bene, anzi benissimo. Ma esperienze lavorative che ci scrivo? Che, a parte stage di formazione professionali pagati profumatamente dal sottoscritto, sto facendo lavori a tempo determinato al massimo di tre mesi? Che sono iscritto a tutte le agenzie di lavoro interinale del mondo? E che sono quasi tre mesi che lavoro sottopagato e al nero qua dentro agli ordini di quel cafone ignorante del capo magazziniere, con un collega ritardato che mi piglia costantemente per il culo e la ragioniera bonazza che non mi degna di uno sguardo?
Ma guardali questi simpaticoni come chiacchierano. Io approfitto della pausa per cercare un lavoro vero sfogliando le pagine degli annunci e loro fanno comunella alla faccia mia. Il capo magazziniere poi, ‘sto pennellone semicalvo con l’helicobatter pilori incancrenito, si crede chissà chi solo perché può tiranneggiare me e ‘sto tonto di Mario.
Poi fa il piacione con la ragioniera, e quella ride, ride come un’idiota per quei complimenti cafoni, riciclati dagli amici del bar del mercoledì sera. E invece, quando ci provo io con frasi galanti piene di citazioni colte, quella fa la faccia storta e mi guarda come se avessi ruttato. E quello scemo di Mario scoppia a ridere e mi piglia per i fondelli.
Li odio. Li odio tutti. Come odio questa società malata che premia i peggiori mettendoli ai posti di comando e io, che non ho mai accettato di piegarmi a chiedere favori e che non intendo far carriera leccando i piedi al potente di turno, vengo trattato come un essere inferiore.
Basta! Basta accettare passivamente. Tu, società, vuoi che io ti dichiari guerra. E guerra sia. Basta essere la vittima di questa situazione assurda. Da oggi in poi ribalterò tutto: io sarò il carnefice. Vedremo chi è inferiore. Voglia che il sangue scorra a fiumi. Sarò spietato peggio Jack lo squartatore, peggio di Harry pioggiadisangue, peggio di Landrau, Verdoux e Barbablù messi insieme. Sarò il re dei serialkiller, altro che Psyco. Hannibal Lecter mi fa un baffo. Lucarelli ci scriverà un’enciclopedia su di me. Sarò il genio del male, anzi della giustizia, meglio sarò l’angelo della vendetta! Sceglierò le mie vittime. Sarò giudice e arbitro del loro destino. Deciderò io quando la loro misera vita di lacchè del sistema avrà fine. Sì! Sarò l’angelo della vendetta! Sarà la loro Nemesi!
E so già quale sarà il primo ad essere punito.»

«Ho studiato tutto: il percorso, i movimenti, i tempi. Il capo magazziniere va al solito bar tutti i mercoledì sera alle 10, gioca a carte con i soliti tre, fa le solite battute, solite considerazioni sulle prostitute, tutti gli altri per quelle dell’est, lui per quelle di colore, solita birra e gazzosa, come beveva il nonno, dice lui. Poi, secondo quanto ha perso, torna casa in un orario che varia dalle 1,30 alle 2,30. Rispetto al percorso diretto fa la solita deviazione per vedere quelle che battono proprio dietro casa sua e che, secondo me, non ha mai avuto il coraggio di frequentare, nonostante le chiacchiere. E comunque passa vicino questo cancello leggermente arretrato che è il punto ideale. E anche questa notte invernale è ideale: la nebbia intensa mi permetterà di avvicinarmi senza che se ne accorga, poi un colpo perfetto con il cric alla base del collo, come nelle prove che ho fatto con il manichino dell’Upim, ed è fatta, secco! Certo che forse appostarmi qui a mezzanotte è un po’ presto ma non voglio lasciare niente al caso. Ripassare il piano, allora, che una volta fatto secco bisogna far sparire il corpo. Così la polizia penserà che è scappato all’estero a nascondersi. Mario dice che secondo lui il capo magazziniere si frega i soldi dalla cassa d’accordo con la ragioniera. Vai a vede’ so’ pure amanti questi due! Veramente Mario dice di no, quella è frigida, fa solo finta di ride alle battute, lo fa solo per tenerselo buono. Certo che il freddo stasera non scherza! Sono vestito pure un po’troppo leggero. Mica mi potevo imbacuccare che devo essere sciolto nei movimenti, veloce e letale come un ninja. Solo che l’umidità mi penetra nelle ossa, …mi verranno i reumatismi, o, peggio, la polmonite… ci vorrebbe la mutua anche per i serial killer …veramente sono ancora aspirante serial killer, nel senso che devo ancora cominciare. Stasera è il debutto! Ci vuole un po’ di training autogeno… dai sono l’angelo vendicatore… O l’angelo sterminatore…Vabbè… l’angelo della morte… l’angelo che porta la punizione divina, se non rimane congelato con tutto ‘sto freddo… Non ho pensato a qualche frase ad effetto da dirgli prima di colpirlo, che ne so: è la tua ora, bastardo! …Uhm! ...No così pare uno spaghetti western, manca solo Sergio Leone che da il ciak. No, no, vediamo: hai finito di angariare i lavoratori per dare sfogo alla tua frustrazione! ...No! Troppo anni 70 e soprattutto troppo lungo, non sto ancora a metà che quello se ne scappato a casa. O dalla polizia… Oppure capace che si gira e mi mena direttamente che è pure più grosso di me. No, no meno subito e bene… Solo che sto freddo… mi sta congelando… il braccio è tutto intorpidito… e non sento più i piedi… magari provo a muoverli un po’... poco però che magari arriva adesso… e mi sente… faccio pure fatica… a tenere gli occhi aperti… sta nebbia è terribile… non si vede niente… è tutto bianco… lattiginoso… sembra che lo sguardo… ci galleggi dentro... mi fanno male gli occhi… quasi quasi li chiudo… solo un momento… sono l’angelo sterminatore con… gli occhi chiusi… e porto… la… »

« Ti sei svegliato, finalmente.»
« Dove...?»
«Pronto soccorso. Non ti muovere. Hai una coperta termica addosso e sei attaccato ad un monitor cardiaco.»
« Come...?»
« Ora devo praticarti delle flebo “calde”. »
« Ahi!»
«Lo so che ti fanno male ma servono a ristabilire la temperatura normale.»
« Ma che è successo?»
« Ti hanno portato qui stamattina verso le quattro, semiassiderato. Ti ha trovato uno che ha detto che ti conosce, che lavora con te, il tuo capo mi pare. Praticamente ti ha salvato la vita. E’ rimasto fino a poco fa a vedere se ti riprendevi.»
« Il capo… ? …il capo magazziniere!»
«Ci ha raccontato che stava rientrando a casa e ti ha trovato per terra svenuto con il cric in mano.»
«Il cric… ?»
«Sì, ma non ti preoccupare, ha detto che andava lui a vedere dove sta la tua macchina e a far cambiare la gomma a terra. Che fai piangi?»
«No, cioè si, deve essere colpa delle flebo: fanno male.»
«Te l’ho detto che sono dolorose.”
«E quante ne devo fare?»
«Quel cretino del medico, quando è uscito con tutti gli altri, ha detto che un paio potrebbero bastare, ma io voglio essere sicura e te ne faccio dodici!»
«Ma…?»
«Ora zitto! E poi io sono infermiera!»
(continua)

(pubblicato in data 13 luglio 2009)

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