sabato 13 marzo 2010

MADRIGALE di Naima


Venire a meditare nel mio studio non mi aiuta più di tanto: un tempo, in questo luogo, sfogliando i preziosi testi della mia biblioteca privata, trovavo immediatamente la serenità.

Ma non ho perso l'ispirazione ed è qui che le idee affiorano in modo sorprendente. Mi è di grande conforto l'abate Fernando: un monaco italiano che ha molto viaggiato ed ha vissuto a lungo alla corte di Francia. Conosce segreti e magie. Lo precede una fama oscura, ma in realtà è semplicemente un uomo saggio e sapiente. E' il mio consigliere spirituale ed il mio medico da molti anni, da quando giovanissima andai in sposa al mio signore: fu lui a guarirmi da un brutto male ai reni e a difendermi dalla peste. E' inoltre mio maestro e grazie a lui ho accresciuto la mia conoscenza ad un grado che mai avrei creduto possibile.
In cambio gli offro protezione e privilegi che pochi posseggono a corte.

Ma la sapienza del mio consigliere non può guarire il male che ora mi affligge: ho il cuore spezzato. E poco importa che al contempo sia a rischio la mia vita.

Dopo un lungo consulto, l'abate Fernando mi ha lasciata con queste parole «Mia Signora, la calma propria dell'animo femminile, porterà consiglio. Fate tesoro delle vostre virtù... e della vostra conoscenza»

Il mio Re, mio marito, ha una concubina. Non sarebbe un problema poiché egli ha molte amanti ma costei vive al castello, dorme con lui, fa vita di corte. Nessuna aveva goduto di tali privilegi ed io non ero mai stata disonorata a tal punto. Ho partorito solo due figlie ed in un momento in cui avevo grande ascendente su di lui e sul Consiglio, sono riuscita a fargli modificare le leggi di successione per cui, in assenza di un erede maschio, la primogenita del re sarà regina. Per questo la concubina rappresenta un pericolo: potrebbe dargli un figlio maschio ed egli legittimarlo e assegnargli il trono, la mia testa rotolerebbe in terra e le mie figlie sarebbero rinchiuse in un convento.

L'amore materno mi spinge ad agire: preparo un fazzoletto di seta finissima e filigrana intriso di un potentissimo veleno che non lascia scampo anche al solo contatto: uno degli insegnamenti dell'abate. Conto di offrirlo in dono alla mia rivale, durante la festa che celebra la fine dell'inverno.

Ma poco prima di recarmi alla festa, ritrovata la calma, riesco a ragionare: quel fazzoletto costituirebbe anche la prova inconfutabile del mio delitto.
Arrivano le mie serve, mi aiutano a vestirmi... E' ora di andare, ma prima di richiudere la porta alle mie spalle ho cura di bruciare il fazzoletto tra le fiamme del camino.

Quando entro nella sala delle feste, la trovo già colma di gente; c'è musica, gli ospiti si divertono, ricevo inchini e onori; le mie ancelle mi seguono come angeli custodi. Dò il via ufficiale ai festeggiamenti, i servi portano il cibo, gli invitati brindano alla mia salute. Le nostre feste sono sempre indimenticabili...

Tra una portata e l'altra si conversa animatamente, si beve, si scherza, qualcuno danza; le cortigiane solleticano altri desideri e più di un angolo nascosto accoglie degli amanti.

Il mio signore, al centro della tavola, brilla per la sua arguzia e vivacità, e spesso le sue mani affondano nelle morbide curve della concubina. Io gli sono di fronte, impassibile, sorrido a tutti apparendo serena.

Egli mi stuzzica con battute impertinenti ma so rispondergli a tono, divertendo tutta la compagnia. Per ripicca mi tratta da serva e vuole che gli riempia il boccale di vino: non mi scompongo e lo servo umilmente; con una mano sorreggo la caraffa, con l'altra regolo la mescita. Non appena reclino il recipiente sul suo bicchiere, la levetta interna del mio vistoso anello ne apre uno scomparto interno, nascosto dietro la grossa pietra preziosa, lasciando scivolare nel bicchiere una polvere impalpabile che si mescola al vino.

I musici suonano uno splendido madrigale che porta lontano i miei pensieri e dà conforto all'anima. Mi immergo tra la folla, riprendo a danzare e a ridere.

La festa continuerà fino all'alba e molti saranno gli invitati che la servitù troverà addormentati sui tavoli. Domattina, il servo personale del re cercherà di risvegliarlo con delicatezza, poi tenterà ancora con sempre maggior foga... infine darà l'allarme... e i corridoi del palazzo echeggieranno delle grida disperate della concubina, non ancora gravida.

Come mi ha insegnato il mio maestro: la vendetta è un'arte che va compiuta con calma, costruita con pazienza, progettata con la ragione ma anche con passione... come si fa nel comporre la partitura di una musica perfetta che sa colpire al cuore.

11 commenti:

  1. Mi è piaciuto. Non mi aspettavo un racconto ambientato nel tempo dei re e regine, un racconto in costume ma dalla filosofia... sempre attuale.
    Spero che l'autrice non la pensi come la protagonista :-)

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  2. lo chiederemo al cavaliere nero... :)

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  3. Zorro? altri luoghi, altri tempi :-)
    In ogni tempo e in tante storie ci sono stati i cavalieri neri. Brrrr :-)

    Brava Naiima e brava Anna per l'illustrazione!!!

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  4. a mio parere la scelta dell'ambientazione in un tempo così lontano rende la storia scritta in prima persona immediatamente affascinante.

    =)

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  5. Anna, cosa ci fai quì? :D
    No, non la penso come la protagonista ma devo dire che questo è il secondo racconto dove tiro fuori una vena un po' vendicativa: avrà a che fare con qualche vita precedente, al momento non ne ho motivo ma, se anche ne avessi, non sprecherei energie con atti di vendetta, piuttosto penserei a godermi la vita :D

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  6. Questo racconto ha offerto anche il modo per mostrare uno dei tanti aspetti della creatività di Anna: oltre ai bei racconti e al logo PARAD, ha creato l'illustrazione che dà volto e vita alla protagonista della storia. Sono molto contenta del risultato! Spero ci saranno altre occasioni di vedere i suoi disegni.

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  7. molto bello il racconto e anche l'immagine, espressiva ed intensa.non mi piacciono le ultime 3 righe del finale sulla vendetta, sembra un po' la morale della favola. avrei lavorato più sul paragone con la musica, molto bello.complimenti per il battesimo, se non mi sbaglio è il tuo primo racconto lungo che esce, no?

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  8. il primo di una lunga serie... :)

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  9. E' vero, è vero... tra le tante cose che non mi piacevano, le tre righe sulla vendetta erano le più orrende - quasi irritanti - e pensa che le avevo già "alleggerite" un po', ma si può limare ancora ;)
    Sì è il primo racconto lungo: vediamo quanto a lungo riesco ad ammorbarvi :D
    Navigo a vista... anzi, alla cieca... ma si va avanti ;)

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