sabato 7 agosto 2010

IDIOTA di Anna Profumo


«Idiota!», idiota io che mi trovo nuovamente in questa situazione».
«Nei programmi non doveva più accadere. Errore umano diranno: il mio». Nel contratto stava scritto nelle note 23 e 25 - voce 178, ma chi legge le note 23 e 25 di un contratto di 320 voci che firmano tutti?.
«Non ridete. Non autorizzo a prendervi gioco di me. Magari domani quando anche io riuscirò a vederne il lato ironico».
«A trovarlo il lato ironico».
«Vent’anni di vita insieme, oramai la ritenevo parte di me, due corpi e un anima. Lei si era impegnata a impedirmi figure da idiota io a passarle una retta da 1'500 euro al mese con scatti annuali. Vent’anni impegnati a far carriera per potermi permettere Lei. Sapete cosa hanno significato per uno come me? Neanche mia moglie ha ricevuto dedizione e attenzione per così tanto tempo».
«La mia ex moglie diceva: non te ne sei fatta fatta scappare una del resto sei un uomo, il timone guida la tua carcassa».
«Con voi posso esser sincero, ci fosse scappato qualcosa. Niente solo ad immaginarla la situazione sfumava». Illudeva quella che con sguardi ammiccanti e la bocca umida, semi aperta alludeva.
«Pure io alludo e illudo!». Mi ricorda. Professionale, efficiente la mia coscienza.
«Ma non l’avevo licenziata?».
«No, siamo in causa. Il contratto sarà recesso allo scadere, come pattuito». Nel frattempo lei è qui.
«Capite quali voci non avevo letto? Le voci che non mi permettono di metterla a tacere, che non mi permettono di far come voglio, di ignorarla».
«Impossibile, hai firmato un contratto».
«Basta!».
«Impossibile, hai firmato un contratto».
«Impossibile farla tacere!».
«Ah, ah, ah, ah! Ecco rido, rido, rido e rido! Alla faccia della coscienza. Ah, ah, ah, ah! Ecco qui non ti sento, se rido il mio ridere è così grasso e forte che non ti sento».
«Che dici?»
«Cosa ho da nascondere?»
«A cosa voglio fuggire?».
«Non si rende conto del condizionamento, giudica dall’alto e giuda il mio volere dove vuole lei, mia padrona senza macchia ignara del dramma di cui è artefice».
«Non voglio fuggire, voglio essere libero!»
«Ah! Stasera non voglio tornare a casa, chiamo Mario e andiamo a cena fuori torniamo quando ci pare. Anzi no, non torniamo per niente chiamiamo Peppe e lo raggiungiamo a Roma andiamo in uno di quei posti dove si beve e si fuma fin al mattino, conosciamo donne».
«Questa è trasgressione?» Serpeggia la vipera.
«Questa è una sfida». Ti sistemo io, tattica sessista.
«Adesso chiamo chi sai tu. Lo sai che ha un debole per me. L’hai vista anche tu!». L’hai vista. Bastarda, ora capisco, mi hai fermato.
«La invito fuori, due moine, una carezza, mi avvicino e lo sai che se voglio … ».
«… La faccio contenta». Bastarda, ti prendi gioco di me.
«Non cominciare a ricordarmelo, no! Ultimamente va meglio, non è più successo».
«Si, immagino che tu abbia tenuto il conto, ma non voglio sapere».
«Non dovrei farla tanto grossa. Ma senti tu! Basterebbe farsi vedere una volta dal medico».
«Nel contratto si dice che sei la mia coscienza non la mia personale campagna per la prevenzione, così mi fai venire la depressione».
«Mai confidare le tue debolezze, potranno venir utilizzate contro di te».
«Senti, ora piantala o tutti crederanno che a me ci tieni! Credetemi è subdola, si insinua silenziosa e tagliente come una lama e come una lama dilania la mia libertà e la mia autostima».
«Non puoi lasciarmi andare al mio destino?».
«Impossibile, hai firmato un contratto».
«Impossibile, hai firmato un contratto». «Impossibile, hai firmato un contratto». «Bastaaaaa!» Ho bisogno di dormire. Mi ha svegliato ancora. Il caldo, le zanzare, Lei.
«Hai firmato un contratto!». Non è lei, lo urlano fuori dalla finestra. Mi avvicino alla tapparella, è così sudicia che devo fare attenzione a non toccarla, devo dirlo alla signora delle pulizie. Due figure sul terrazzo di fronte illuminate alle spalle dalla fioca luce della cucina. No, sono tre: due uomini e un ragazzo. Uno lo trattiene l’altro lo percuote con qualcosa.
«Ehi, voi fermatevi! Ho chiamato la Polizia!». Guardano nella notte ma non vedono nulla, sono nascosto dietro la tapparella abbassata.
«Fermi! Lasciatelo ho chiamato la Polizia». Fanno un gesto disperato per far superare al corpo il balcone, lui si divincola, reagisce. Si capisce che quelli sono professionisti. Il corpo del ragazzo è lanciato fuori dalla ringhiera. In pochi secondi il balcone si svuota. Le tapparelle con grande rumore si sollevano, la gente si affaccia commenta. La notte sarà lunga tento di riaddormentarmi, ma il vociare, le sirene delle auto, il caldo, le zanzare, Lei.
«Devo denunciarli, testimoniare». Non cambierei la sorte di quel tipo.
«Non è civile».
«Taci!».
«Tacere dovevo. Se non gridavo, sarebbe ancora vivo».
«Impossibile cambiare quello che è successo, ma permettere alla giustizia di fare il suo corso … ».
«Piantala, non ti sento. Quelli mi ammazzano». Tace.

«Odio prendere gli aerei ad agosto, tutta questa gente che si muove per andare in vacanza o per tornare dalla vacanza, tutti comunque stressati».
«Guarda tu questa mezza nuda, maglia senza spalline e senza il reggiseno».
«Si certo può permetterselo avrà vent’anni una bella pelle ancora compatta se non fosse maltrattata dall’abbronzatura, macchie rosso mela e due spalline ambra bianca tatuate dal sole ». Sta li che ogni tanto tira su, un po' una un po' l’altra, non le spalline che pensa non la vediamo?
«Si, ti aiutiamo a mettere la valigia a posto, anzi lo fa il belloccio ormonato, tranquilla ti ha notato».
«Ehi, ma che fai?». Vuoi stare attento stai sparpagliando per l’intero aereo tutta la roba che quella è riuscita a mettere li dentro.
«Senta, le son caduti anche questi 20 euro». Ringrazia incredula la “melozza”, non ci sto provando. Credimi, non ho scelta.
«Il contratto è scaduto». Mi giro. Lo ha detto una bella donna sui quaranta seduta sulla mia fila lei lato finestrino, deve essere passata quando mi sono alzato.
«Prego?»
«Non sei costretto, il contratto è stato sciolto. Hai potuto scegliere». Quella voce mi ricorda Lei.
«Ci conosciamo?»
«Non proprio».
«Di vista?».
«Diciamo che il nostro … è un punto di vista privilegiato».

3 commenti:

  1. =) ... vedi dediche?

    Immagini di uomini e donne. Frammenti.

    I miei racconti hanno, di solito, pochi dialoghi non mi ero mai misurata con un racconto di dialoghi per cui ho cominciato con un monologo...

    RispondiElimina
  2. Aspetto di rileggerlo con calma per qualche riflessione e intanto credo di aver identificato.. la musa ispiratrice. La... :)

    RispondiElimina