venerdì 8 ottobre 2010

CORRUGATO di Daniela Rindi

Il corrugato non ho ben chiaro cosa sia, un tubo di plastica in cui passa un cavo elettrico credo, niente di più e non mi interessa neanche approfondire. Questo vale per molte cose della mia vita. Posso aggiungere che è una brutta parola, cacofonica, che la userei per offendere qualcuno, tipo “sei proprio una faccia da corrugato!”, o per chiudere una relazione come “tra noi è finita, c’è un corrugato che ci separa”. Posso però cercare di raccontare quale immagine mi richiama, cosa evoca o fa vibrare dentro di me.
Il corrugato mi mette i brividi, sarà per quelle “erre” centrali, una qualsiasi cosa corrugata la eviterei certamente, le girerei alla larga. Corrugato potrebbe essere anche uno strano animale da cortile che cammina muovendo la testa avanti e indietro a ritmo cor-ru-ga-to, come in una marcetta militare. Corrugato è anche il viso di un poeta che, con la testa tra le mani, pensa a quel maledetto verso che non s’incastra mai. Corrugato è uno strano tipo di vino che viene lasciato invecchiare su un carro sotto il sole. Che schifo.
Corrugato può essere un gioco di bambini disegnato per terra con il gesso, dove i grandi corrugati sono cerchi concentrici che non si devono calpestare. Corrugato è Dio quando si rende conto che bastava un giorno in più per cancellare tutto e dire che aveva scherzato. Corrugato è il cielo in una stanza, buonanotte fiorellino e maledetta primavera. Se proprio devo avere a che fare con un corrugato preferisco immaginarmelo come un nuovo paradiso, dove è possibile mangiare e bere a sazietà senza ingrassare mai. Corrugato è mio marito quando gli sfuggo dalle mani, è mia figlia che non ha risposte dalla vita.
Corrugato può essere una cosa triste o allegra, dipende dall’umore del momento. Per il mio cane sicuramente è un bell’osso gustoso da rosicchiare e per il mio gatto è il desiderio di vedere il cane cascare da un balcone del quinto piano. Potrebbe essere la vena dove passa il sangue che mi tiene in vita, o un binario del treno che indica la direzione e che io mi sono persa.
Corrugato è il tempo che non passa mai quando stai male o quello che fugge quando ti diverti, è la coda che trovi quando sei in ritardo, è la bestemmia che non volevi dire. Con un corrugato è fatto il corrimano della mia scala a chiocciola che lascia tutti stupiti, è quel nodo contorto che si spaccia per opera d’arte. Corrugato è il nome del mio profumo preferito, che ho scoperto essere stato tollerato a malapena, solo quando l’ho cambiato. Corrugato è il minestrone a pezzi che detesto, è il nuovo cartone animato della pixar in 3d, è la puzzetta di mia figlia per troppa cocacola. Corrugato è anche una faticosissima poesia:

Ed è subito serra

Ognun corrugato per la sua terra
trafitta da gas e non da sole
ed è effetto serra

Potrei andare avanti all’infinito, può essere tutto o niente, ma il corrugato rimane solo un pezzo di plastica in realtà, che guida e protegge fili di corrente. Il corrugato è corrugato e basta, diciamolo, e in fondo il suo nome gli sta proprio bene.



6 commenti:

  1. ...è corrugato come il racconto... :)

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  3. Hola! Il raccontino davvero bellino...meno male che non volevi approfondire ^___^ è certo una parola strana...a me fa venire in mente la ruggine! Ohibò! :) P.S. Bello anche il disegno, l'ombra dei capelli realizza un bel contrasto tra i colori, e poi quei capelli così ...corrugati :))) Ciau!

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  4. alla ruggine nn avevo pensato...corrugato è tutto e niente signor saintclaire. bellino non me l'aveva detto ancora nessuno fino ad ora. uno strano sinonimo... bellino direi...:)

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