martedì 27 luglio 2010

RIFLESSI di Aldo Ardetti

Ne ho viste e ascoltate di storie. Non sempre le ho sentite raccontare, molte le ho interpretate dalle facce, ancor più dagli occhi: dicono che siano l’espressione dell’anima. Ho capito che anche altri hanno voluto immaginare mondi di meraviglie, vedere quello che volevano vedere.

Conosco il cosmo umano nell’esempio di un piccolo mondo, quello della scala di un condominio. Lo vedo nei dettagli come un capello fuori posto, un pulsante che apre all’aria fresca o alla calda luce, fino al riposo della notte se si esclude qualche turnista, amanti, i rientri di giovani ritardatari e all’alba giovani prostitute. Alla nascita del giorno il buongiorno col sorriso di una giovane mamma e il suo bambino che crede di fare linguacce solo a se stesso: all’andata e al ritorno, fino al proprio pianerottolo: ognuno capolinea di qualcuno. Quanta gente transita! Impaziente con mille maschere, mille espressioni. Occhi che sbirciano epidermidi e stoffe, che scrutano occhi, il sopraggiungere delle rughe – come anelli di accrescimento nella sezione trasversale dei fusti degli alberi – testimonianze di esperienza. Pose vanitose prima di avviarsi ad affrontare la routine nel labirinto dei soliti luoghi. Smorfie di labbra che generano ilarità e pose intime da star.
In solitudine si riesce facilmente ad essere veri, ad essere se stessi. Dal viso proiettano la loro anima, si legge come affronteranno il giorno, se ne misura quasi la forza interiore del momento.

C’è chi perde qualcosa e chi la… raccoglie. Qualcuno crea cortine di fumo e chi lascia tracce di sé creando miscele di profumi.
I condomini sono affluenti di un oceano umano. Sono belli perché, come dice il luogo comune, varii.

Oggi è una bella giornata. Con il bel tempo la gente è invogliata ad uscire dopo aver visto il sosia riflesso. Usciti di casa, nel breve tragitto, controllano ancora ogni piega. Tanta luce nell’aria che avverto, seppur in maniera fugace, ogni volta che… incontro qualcuno. E' un'aria che respiro da anni e che assaporo a seconda del giorno o della notte, della gente che sembra tutta uguale perché, quando va di fretta, non lascia impressioni. Nel loro andirivieni vivo di stupore, il dolce e amaro degli umori, degli stati d'animo. Le parole spesso farcite di assurdità, e non solo. Aromi e profumi mentre ascolto storie a segmenti e, per questo, mi rimane la ovvia curiosità o la tristezza quando non si tratta di storie di ordinaria normalità o di felicità:

“Ogni istante dei nostri incontri
lo festeggiavamo come un’epifania,
soli a questo mondo. Tu eri
più ardita e lieve di un’ala di uccello,
scendevi come una vertigine
saltando gli scalini, e mi conducevi
oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti
al di là dello specchio. ....” *

Oppure una storia non compresa o non conclusa eguale a una vita spezzata che lascia sospesa la fantasia.
E' un caleidoscopio i cui colori sono testimoni delle situazioni umane. Colori che rappresentano il momento della singola vita.

Anche la signora Lia regalava un sorriso a tutta bocca. Mi è dispiaciuto quando è andata via: l’ho appena intravista mentre scendeva le scale. L’hanno fatta scendere portandola in spalla: per l’ultima volta, per l’ultimo viaggio. Chissà se si sarà sentita una regina. Era una bella donna.

In un angolo mi si è tolto del metallo. Magari nessuno se ne è accorto e spero che non mi sostituiscano presto. Dopo tanti anni mi sono affezionato a questo luogo anche se non tutte le facce che transitano mi sono simpatiche.
La mia vita finirà con un rimpianto, non aver conosciuto questa città ma solo averne sentito tanto parlare. Questa città caput mundi che chiamano eterna, che ho potuto soltanto immaginare e, da qualcuno, canticchiare la stupida di sera, la ruffiana, la città puttana. I resoconti degli incontri altrui come le lunghe passeggiate e le visite ai luoghi. Assaporare - per un attimo - il dolce o l’amaro del mondo metropolitano. Girandole della vita che negli anni sono state ubriacatura d’amore e di passione.
In questa mia casa è tutto un presente e... un passato. Miei compagni sono stati protagonisti di tante storie umane, altri hanno abitato in case lussuose come ho sentito dire quando sono nato, nello stesso posto, insieme ad altri.
Vedo la vita degli altri come in un teatro, davanti e dietro a queste porticine mobili che fanno da sipario. Una rappresentazione continua con circolarità casuale, nonostante tutto scorra veloce, come le parole, come il tempo dell’esistenza.

* Primi incontri (Pervye svidanija, in A. A. Tarkovskij, Poesie scelte , Milano 1989), traduzione di G. Zappi

13 commenti:

  1. Grazie e bentornato McBdM.
    Da cosa è dipeso?
    Io ho problemi con gmail, forse da questo?

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  2. Sono riuscito a fare una correzione all'impaginazione (la poesia)

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  3. non so cosa sia successo
    a dublino ho provato diverse volte a caricare
    ma non ci sono riuscito
    pero' adesso funziona... :)

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  4. Denso questo racconto. Singolare.

    Delle volte sembra scorrere via veloce in altri momenti accellera o frena repentinamente.
    Lo leggo con un mentale altavoce come leggerei una poesia.

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  5. Era una idea che avevo da tempo. Devo confessare un'idea difficile ma c'ho provato lo stesso nonostante la... canicola di luglio.
    Grazie Anna

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  6. Questo racconto ha il record della visibilità su questo blog, due giorni :)))

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  7. =)
    Certi esperti di marketing della PARAD (che naturalmente non esistono e con cui mi accapigliai tempo addietro). Mi hanno spiegato che trattasi di nuove strategie per avere un riscontro immediato sul gradimento di un certo racconto o meno; una sperimentazione avanguardistica spericolata, sul filo rosso di una fugace apparizione. Supera il test quel racconto che comunque è visitato e commentantato.
    Lei, mi risulta, abbia superato a pieno titolo la prova!
    Lei è troppo interessante per passare inosservato, la vengo a cercare ... =)
    =)

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  8. :)
    Thanks, Merci, Gracias, Dank, Спасибо, شكرا, Danksy, Falënderim, Благодаря, Díky, Ευχαριστίες, Go raibh maith agat, Dzięki, תודה, etc. etc.
    Grazie

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  9. hai ragione aldo
    ho fatto un po' di casino
    questa volta
    pardon

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  10. La mia è stata più una battuta: scherzando mi sono dato un record e quindi un... titulo :)))
    Nessun problema

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  11. Riemergo dal caos lavorativo (volevano ridurmi in fin di vita!) e finalmente sono in ferieeee!!!! Un racconto affascinante, che ho riletto più volte per figurarmi tutte le persone riflesse nello specchio in ogni più piccola sfumatura. Mi è piaciuto molto, e il piccolo cameo poetico che rende il racconto più intenso e malinconico, è perfetto.
    Non vorrei sembrare eccessiva ma... a me piace moltissimo anche la foto e mi suggerisce vaghe ispirazioni per una serie di scatti...

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