sabato 25 settembre 2010

VIAGGIATRICE STANZIALE di Naima

Nadjime spazza il pavimento della sua bottega fatta di pietra e assi di legno dipinte di bianco, anche se sa da sempre che è inutile: il primo cliente del mattino, aprendo la porta, farà di nuovo entrare la polvere del deserto; ed è in sua attesa che la vecchia Nadjime prepara i sacchetti con le erbe e gli infusi, sistema il banco, ordina le carte.
Nadjime ha novant’anni. La notte in cui nacque la luna era al culmine del suo splendore - così le raccontarono - anzi, era talmente luminosa che le streghe del villaggio pronosticarono senza esitazione che quella bambina avrebbe avuto il dono di vedere oltre, di vedere il mondo. Nadjime non diede mai troppo peso a quella profezia, tant’è che non vide mai oltre il proprio villaggio.
Essendo l’ultima di 13 figli e quindi colei che non si sarebbe sposata ed il cui nobile compito era accompagnare i genitori nella vecchiaia, dedicò l'intera vita ad aver cura della casa, dei genitori, delle sorelle da marito e della nonna che abitava con loro e che visse oltre cento anni; ereditò da quest'ultima la bottega del tè: una baracca di assi di legno che si trovava tra il villaggio ed il confine col deserto, laddove, ancora oggi, passano le rotte dei carovanieri. Mentre viaggiatori, mercanti e tuareg sostano acquistando o barattando cibi e mercanzie, sorseggiando tè alla menta e facendo riposare furgoni e cammelli, Nadjime legge loro ciò che è nascosto nell’anima e nel destino attraverso le carte e i disegni della sabbia del deserto: in molti sono tornati da lei, soprattutto per questo, oltre che per lo speciale tè alla menta la cui ricetta si tramanda di madre in figlia.Ognuno di questi, ritornando a casa, ha raccontato la storia di questa signora e la sua bottega è oramai nota a molti viaggiatori, tanto che talvolta giungono a farle visita governanti di paesi lontani, attori di fama mondiale, presentatori televisivi e rockstars, tutte persone che si illudono di trovare nel silenzio del deserto ed in una vecchia bottegaia che vende spezie, il segreto della vita, la saggezza.
Ciò che questa gente viene a prendere da Nadjime viene ripagato con le storie delle loro vite: attraverso i loro racconti Nadjime ha percorso le strade del mondo, attraversato mari, parlato altre lingue, toccato le nevi del Fuji ed i ghiacciai eterni dell'Himalaya, meditato con i monaci tibetani, sofferto per la guerra che dilaniava ora un paese ora l’altro; ha conosciuto l’aurora boreale ed il cibo vietnamita, indossato un kimono giapponese sorseggiando il tè alla maniera degli orientali (e non ha potuto evitare di pensare che fossero un po’ buffi), ha conosciuto il pensiero di filosofi e musicisti, ammirato i colori di un quadro di Monet e dei graffiti newyorkesi.
La geografia ed il cuore pulsante e vivo dell’intero mondo sono impressi nella sua mente, disegnati nelle rughe che le solcano il viso e le mani.Adesso, a novant’anni, sa che le streghe del villaggio avevano ragione: avrebbe visto oltre, avrebbe visto il mondo intero. Non è stata Nadjime, però, ad andare per il mondo ma il mondo a venire da lei, nella sua bottega del tè, al crocevia tra l’immenso, silenzioso deserto ed il caos delle grandi città.

19 commenti:

  1. Grazie BdM, sei sempre gentile. Aspetto martedì con ansia, magari riesco pure a trovare una copia del giornale... Intanto correggo bozze, per stasera dovrei aver finito.

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  2. I miracoli in un mondo arcaico dove i numeri – non a caso il 13 – e le profezie, lo rendono magico. Vediamo la protagonista predestinata ad un ruolo di vestale, accudire non solo il fuoco ma tutto ciò che abita quella casa.
    A naiima piacciono le storie-fiabe da mille e una notte. Le piace sognare e far sognare.
    Quella donna solitaria nel suo deserto in attesa di mettere a disposizione dei viandanti le sue energie universali, la sua saggezza che fa il giro del mondo che comincia a conoscere senza spostarsi di un metro da quella sabbia che assorbe e tutto dà. E attraverso storie confessate approfitta di visioni e di quel fenomeno che è una specie di ‘bilocazioni’ inaspettate

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  3. Aldo, ciò che scrivi è straordinariamente evocativo, aggiunge fascino ad un racconto insipido e infantile e lo fa sembrare... bello!
    I miei complimenti sinceri, provo ammirazione per questo tuo sguardo particolare. Ma è questo che fa la differenza tra chi veramente sa scrivere (e "vedere") e chi no (quest'ultima sono io, ovviamente). Semmai quella pigrona di PA, oltre ad illustrare i miei racconti, dovesse riuscire a fare mostra di qualche sua opera, le scriveresti una presentazione? Sarebbe fantastico!

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  4. In questo caso non sono d'accordo quando fai la differenza tra chi sa veramente scrivere e chi no... Olga, mia moglie, è testimone della commozione che ha prodotto in me la 'Viaggiatrice stanziale'.
    Per quanto riguarda la personale illustratrice dei tuoi racconti, non potrei che esserne onorato anzi, le auguro di cuore di far conoscere al mondo la sua bravura.

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  5. ...e dimenticavo di ringraziarti per i complimenti e la fiducia.

    P.S. Qualche volta fatti vedere ai reading, agli incontring, agli aperiting e altring :)

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  6. ... =D
    molto bello e ricco di immagini esotiche... ho letto con piacere questa piccola storia ... il personaggio di Nadjime si potrebbe prestare ad una piccola raccolta di racconti(a mio parere).
    Bella l'immagine mi ricorda i colori e le atmosfere di Hugo Pratt

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  7. brava Naima! trovo l'ambientazione del racconto molto stimolante ed originale. io sono stata nel deserto e una simile bottega, ai suoi confini, l'ho visitata, quindi quelle atmosfere mi hanno toccato perchè vere. come è partorita dalla tua mente? sei stata in quei posti? unico appunto sempre nel finale perchè è importate per me e sempre secondo me, avrei interrotto a "caos", perchè il resto mi rimette in un reale, o meglio in una consapevolezza del reale che la vecchia nn ha direttamente. in lei deve rimanere la visione di un caos universale, perchè le città in fondo nn le ha mai vissute in prima persona, ma ne immagina per le sue doti, giustamente, solo il caos...

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  8. ...mi sa che ho esagerato in autocommiserazione e vi siete messi tutti d'accordo per consolarmi :D Comunque sono d'accordo su almeno due cose: 1- fermarsi al "caos" sarebbe stato infinitamente meglio 2- che io partecipi a qualche event-ing (per il piacere di stare con voi ma anche perché perché non nasca la voce che Naima è un personaggio inventato - come Remington Steele - ed io un'impostora!)
    Gud nait evribadi

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  9. Per Daniela: non sono mai stata in quei luoghi però è sorprendente questa cosa che mi racconti, cioè d'aver visto una bottega simile a quella che ho descritto. Mi sento un po' come la vecchia Nadjime :)

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  10. saranno gli acciacchi... :)
    ho preso una copia in più per la acciarino! ... :)

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  11. Un'idea davvero originale...lascia ben sperare per il futuro di ogni lettore :) chissà se Jim è passato di lì...Ciao!

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  12. Whe!
    ragazzi ... un ospite straniero,
    benvenuto a nome del gruppo PARAD

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  13. noi l'acronimo lo spieghiamo: iniziali di cognomi ... il tuo?

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  14. ahahahahahah....il mio è Bob SaintClair :) mentre TYVM = Thank You Very Match ;)))

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  15. ...oopsss...gaffe pesante °_° MUCH more than this,I did it my way....

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