
- Pronto? Chi parla?-
- Ellen sono io…
- Io chi?
- Io Catherine! Scema!
- Ah, Catherine…ma dove sei? Oramai sono le 9 di sera, ti avevamo dato per dispersa…
- Infatti, lo sono. Ho finito il credito e non ho il carica-batterie in macchina.
- Ma adesso da dove chiami?
- Da un telefono pubblico…sì Ellen, n’esistono ancora per fortuna! Ma non facciamo discorsi inutili, non ho abbastanza spicci, mi sono persa.
- Ma dove sei esattamente?
- Se lo sapessi non ti chiamerei no?
- Già…ma dammi un piccolo indizio, altrimenti come faccio ad aiutarti?
- Mm…vedo davanti a me una collinetta con una croce…
- La croce è azzurrata, con bordi bianchi e la parte destra è fulminata?
- Esattamente…
- Sei all’ingresso di casa nostra!
- Pure la croce hanno messo…
- Che dici Catherine?
- Nulla… arrivo, tra 2 minuti sono lì….
- Ah, Catherine, attenta ai cani…
- Cosa?...
Click.
Un abbaio di cani, urla e guaiti accompagnano il trillare del campanello di casa e Catherine va ad aprire la porta. Appare Catherine trafelata, con la lingua fuori, coperta di fango e la valigia in mano.
- Cacchio potevi dirmi dei cani…
- Te l’ho detto…
- Mm…Caspita che bella casa che hai!
- E’ sempre la stessa da dieci anni.
- Non me la ricordavo così.
- E’ identica….
- Va bene come dici tu…ciao Ellen sei cambiata… più bella!
- Sono sempre la stessa da dieci anni.
- A me sembri più bella
- Sono identica…
- Ok Ellen, dove posso posare le valigie?
Catherine si guarda attorno e ricorda chiaramente quando venne l’ultima volta col marito. Anche all’epoca si erano persi, per colpa sua naturalmente.
All’interno l’arredamento è assolutamente lasciato al caso, non c’è né logica né intenzione nella posizione di mobili e suppellettili, però questo disordine di gusto e colori danno all’ambiente un’impronta un po’ bohemien.
- Hai cenato Catherine?
- Sì non preoccuparti, un panino per strada…ma dove sono i tuoi figli e il marito?
- Hareton è andato a portare da un’amica la grande che starà fuori il week-end e la piccola Frances è già a letto.
- Che traffico!
- Già tutta vita…vieni Catherine, lascia la valigia in salotto, dormirai nel divano- letto stasera.
- Ma la camera degli ospiti?
- E’ diventata uno studio, o almeno dovrebbe essere.
- Perché dovrebbe?
- Perché quello stronzo di mio marito inizia sempre tutto e non finisce mai nulla!
- Ah…ok il salotto va benissimo.
- Senti Catherine domani mi devo alzare molto presto, ti dispiace se andiamo a dormire che per me è già tardi? Ci racconteremo domani…
- Ah…tutta vita!
- L’ho già detto io.
- Scusa marchesa, ma Hareton?
- Non ti preoccupare per lui, la strada per il letto la conosce…
- D’accordo…il divano letto è già fatto?
- Certo! Mica tratto male i miei ospiti!
- Ovvio…
- Ah Catherine dimenticavo, il cane dorme sempre in salotto, sulla sua cuccia. Attaccato al calorifero.
- Perché legato?
- Stasera è previsto un brutto temporale… domani ti spiego.
- Ok…e il gatto?
- Se non ti dà fastidio lui gira liberamente, solitamente ha i suoi angoli per dormire…
- Va bene, nessun problema, amo gli animali.
- Notte Catherine
- Notte Ellen.
(continua…)
Uao!
RispondiEliminainteressante quasto cambio di location
vedo adesso l'immagine, molto bella, grazie Bruno! :)
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RispondiEliminadicevo... grazie Daniela, e scusami ma, rileggendo, mi sono accorto che ho inserito la pioggia di mia iniziativa... :)
RispondiEliminain attesa della seconda.... :)
RispondiEliminatra un mesetto più o meno... :)
RispondiEliminagrazie per la fiducia :)
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