Introduzione
Onore a ‘Il Territorio’ che ha aperto alla narrativa, con la rubrica fissa ‘Il Racconto’, dandoci la generosa possibilità di pubblicare ogni settimana, una pagina letteraria affidata a Sergio Corsetti, cui và il nostro grazie.
Ognuno di noi ricorda bene quando ricevette l’invito ad imbarcarsi per questa avventura rivelatasi piena di soddisfazione letteraria e umana.
Bruno, ricorda quello del suo collega ed amico Sergio Corsetti. Adesione la sua, che lo ha reso protagonista, con racconti e illustrazioni di diverse uscite settimanali.
In tempi diversi, lui stesso ha innescato un circuito virtuoso di inviti, a scrivere od illustrare.
Senza pretese di garanzie solo fiducia verso chi con lui aveva già condiviso esperienze di scrittura anche a più mani.
Infatti a chi in questo periodo ha fatto una corsa all’edicola per trovarne una copia, sono diversi i racconti risuonati familiari, da noi letti e scritti negli anni con l’Anonima Scrittori, come tanti sono stati i racconti nuovi scritti per l’occasione.
P.A.R.A.D nasce dallo stimolo di continuare a condividere e partecipare ad un progetto comune, allo scopo di divertirsi e confrontarsi giocando con la scrittura.
Un piccolo gruppo di amici che al bar piuttosto che in piazzetta, casualmente s’incontra.
E per noi, Bruno, Daniela, Aldo Franca e Paola scoprirci compagni d’avventura ancora una volta è stato rassicurante, possiamo stare e fare bene insieme, sulla stessa barca per una stessa rotta a raccontare seppur con stili diversi – ma questo è un vantaggio per il lettore.
Parole da mettere insieme per raccontare la vita perché - nelle storie - anche la fantasia può avvicinarsi alla realtà.
Quando fai parte della storia, tutto è più semplice e umano di quello che sembra a guardarlo da fuori.
L’entusiasmo e la gioia sono immediati ed è così che Franca Aldo Daniela Paola e Bruno si fanno P.A.R.A.D. ciurma sulla nave della fantasia e dell’immaginazione, sempre col vento in poppa!
Ed ora, tutto raccolto in un libro.
Prefazione
di Sergio Corsetti
vicedirettore de “IL TERRITORIO”
Galeotta fu una battaglia navale. Una sfida alla ricerca di corazzate e fregate avversarie tra due giovanottoni di scuola media che si stavano un po’ sulle balle, conclusasi con un secco: “Sììì, t’ho fregato bastardo”. Così nascono i racconti P.A.R.A.D. nella rubrica settimanale de Il Territorio. Mi era giunto un commento positivo sul “collega”. Lo riportava entusiasta Maria Corsetti in redazione: “Ieri sera ho ascoltato bellissime e affascinanti storie raccontate in piazza San Marco da Pasquale Bruno Di Marco”. Sì, il mio “collega” di scuola. Da qui i complimenti prima e la proposta poi. Proposta non indecente, semplicemente quella di voler narrare storie affascinanti sulle pagine di un quotidiano. Da allora metodico, “svizzero” come sono solito dire, mi giungono i “pezzi” che posso gustare in anteprima. Racconti che hanno contribuito a farmi riscoprire il gusto per la narrazione fantastica, a uscir fuori dalle catastrofiche notizie di cronaca o di politica. Che hanno un po’ il sapore della nostalgia, che ti fanno tornare in mente il parente o l’amico che da ragazzino ti raccontava situazioni talmente inverosimili… da crederci ugualmente. Come quando lo zio Pippo, in passato emigrato in Argentina, restituì il pallone che il mare aveva strappato al bambino ingenuo che era in me inventandosi di sana pianta l’intervento dei suoi ex colleghi di oltre oceano. O le storie raccontate al bar. L’incipit era sempre lo stesso: ma la sai quella… come se si trattasse dell’ennesima barzelletta sui carabinieri. Abitudini perse nel tempo. Storie che non vengono raccontate più neanche ai bambini quasi si abbia timore a parlare di personaggi di fantasia.
Per non parlare, poi, delle illustrazioni. Vere e proprie chicche. Studiate per diventare un tutt’uno con la storia narrata, per arricchire il gusto della lettura. Quindici minuti di svago che ti consentono di giocare per un po’ così come nello spirito degli autori. Quindici minuti che ti possono far vedere il mare di sopra, in modo da prendere i pesci più facilmente come fa Salvatore il sindaco.
La narrazione è chiara, semplice, scorre lineare acchiappa il lettore, lo cattura. D’altronde non si sceglie casualmente “l’hicchese”.
Poi alla fine, come del resto capita anche a Salvatore il sindaco, resta il trauma del dover tornare alla realtà quotidiana. Tornare alle storture e alle ingiustizie. “Salvatò, me lo dai o no questo pacchetto di noccioline? Sì, mille lire” è il brusco risveglio.
La raccolta dei racconti sicuramente risulta gradevole e accattivante; riesce a sgombrare le nuvole. Venghino signori venghino, il motto della donna cannone, potrebbe diventare l’invito a leggere e a scoprire l’interessante gioco che P.A.R.A.D., Profumo, Acciarino, Rindi, Ardetti e Di Marco intendono regalarsi e regalare …come fosse un gioco.
“Nuovi territori inesplorati” in attesa di curiosi e giocherelloni esploratori di tutte le età.
Ps A volte si resta anche sconcertati come nell’ultimo racconto di Profumo: si era certi della presenza di Noemi a Napoli, sì proprio quella di papi Silvio, e la ritroviamo corrispondente di moda a Milano. Misteri della fantasia.
In bocca al Lupo!
RispondiEliminache fai? ti tiri indietro? ... :)
RispondiEliminasei imbarcata anche tu